Questo non il tempo della retorica, questo è il tempo della solidarietà. Chi può faccia qualcosa. Anche un’Ave Maria è sempre molto meglio delle mille interpretazioni e delle vane parole sul mistero del male e del dolore.
Ve lo dico per esperienza: chi vive certi drammi ha bisogno di “eccomi” non di “perché”. Verrà poi il tempo del significato
e del bisogno di elaborare il dolore. Ma ora è sangue vivo e c’è bisogno di altro. Maria non elabora il lutto sotto la Croce. Non parla, non interpreta, non spiega. “Maria STAVA sotto la croce del figlio”. Ora è voce del verbo “esserci”, ognuno come può. Il resto è bestemmia.
(Don Luigi Maria Epicoco,
Cappellano Università dell’Aquila)